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Villa Padula / Hotel Garden

Villa Padula

Si trova lungo il viale D’Annunzio, ed è stata una delle prime costruzioni alberghiere di Pineto, progettate negli anni ’20 come abitazione privata del chirurgo Francesco Padula, per questo detta anche “Villa Padula”. Negli anni ’40 la villa fu trasformata in albergo e fu una delle strutture ricettive principali di Pineto, fino alla chiusura nel 1999, quando venne realizzato il più moderno Hotel Garden. Voluta, disegnata e realizzata dal chirurgo lucano Fabrizio Padula per omaggiare la moglie, Anna Forcella, originaria di Atri (Teramo) e innamorata del mare e della città lagunare.

Villa Padula, la storia

È un vero e proprio pezzo di Venezia trasportato a ridosso del mare e della ferrovia, in un tempo in cui gli unici vicini erano i campi di grano e i pini marittimi fatti piantare dal barone Filiani, possidente del luogo: il rosso dei mattoni, le decorazioni, i porticati, le finestre arabeggianti, i dettagli esoterici ei richiami filosofici e massonici di cui la Villa è cosparsa, portano l’impronta del suo ideatore, della sua cultura e del suo interesse per il mondo, misterioso, della conoscenza. Negli anni Novanta la struttura ha funzionato come albergo, l’Hotel Garden, con annessa ‘Taverna’ al piano interrato, così chiamata per lo stile rustico degli arredi, ma in realtà una delle prime discoteche e pub della costa adriatica.

Una Villa misteriosa, affascinante, da scoprire e riflettere in ogni minimo particolare, forse snaturata nella sua trasformazione in albergo, modificata profondamente negli anni Sessanta con la costruzione di corpi aggiuntivi per ampliarne il numero delle camere e sistemare il personale, arricchita di una piscina nel giardino che affaccia sul mare, e con il porticato laterale chiuso da una vetrata in vetro colorato. 

“Mio nonno si sarà girato più volte nella tomba, in tutti questi anni – è il commento, amaro, di Ettore Pellecchia, nipote di Fabrizio Padula – Era un mecenate, un uomo per cui il denaro non aveva valore, i suoi trattati sulla chirurgia del cranio sono ancora oggi tra i pilastri della medicina. Costruì una villa che era la sua clinica, in tutto e per tutto simile a questa di Pineto, ma a Capodimonte, perché insegnava all’Università di Napoli. Si chiamava Villa Delle Fate. Parlava sette lingue tra cui l’aramaico e il greco antico”. 

“Fare della villa un albergo ha significato, a mio parere, stravolgere il suo senso perché era una struttura nata per essere goduta in proprio. Non era una casa normale, ma ricca di messaggi comprensibili solo da chi avesse voluto e potuto capire – precisa – L’esoterismo non parla mai per termini chiari, i simboli sopperiscono alla povertà del linguaggio”. 

Sul terrazzo, troneggia imponente una statua della Nike, la Vittoria alata, realizzata dallo stesso Padula, tra le altre cose anche scultore, con la tecnica antica della cera persa, bassorilievi ed epigrafi sono posizionati in ogni angolo. 

Un’incisione in bronzo, prima collocata in uno spigolo dell’edificio principale, ora spostata in giardino, riporta i nomi di quanti presero parte alla costruzione della Villa: Giuseppe Santarelli, primo  muratore, Giuseppe Coletti cementista, Antonio Coletti secondo muratore, Raffaele Sangiacomo falegname.

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