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Vico Oroscopo

VICO OROSCOPO

Questo vicolo faceva parte del primo nucleo abitativo del Borgo formato da soli vicoli con il tunnel a forma di arco. Quindi è uno dei più antichi.

          La parolaOroscopo deriva dal greco oroscopos’ (osservare l’ora). Nell’accezione comune è l’arte della predizione del destino basata sull’osservazione delle stelle.

Vista l’origine del nome è lecito supporre che sia quello originale.

Qui, fino alla metà dell’800, ha abitato un anziano signore ritenutodotato di doti divinatorie. Si chiamava Donato Giovanbattista. Egli prevedeva il destino degli uomini interpretando la data di nascita. Pare che avesse previsto, con molto anticipo, anche lo scoppio della Prima Guerra Mondiale 1915-1918.

Tra le sue profezie se ne ricorda una in particolare fatta a una madrealla nascita del suo primo figlio.

Lindovino, interpellato da una donna in attesa di avere un bambino,dopo aver svolto un breve rito, emise il responso annunciando alla donna che il nascituro, al raggiungimento della maggiore età, sarebbe morto annegato. Fu raccomandato alla madre di fare il possibile affinché il figlio, in quel giorno, fosse lontano dall’acqua.

La madre, molto preoccupata, non rivelò mai al figlio questa funesta previsione.

Giunto il fatidico giorno in cui l’interessato compiva la maggiore età, la madre gli raccomandò di non andare al mare col pretesto di avere fatto un brutto sogno.

Il figlio le ubbidì. Ma quello stesso pomeriggio, all’insaputa della madre, prese com’era sua abitudine il solito secchio per andare a prendere l’acqua in via del Pozzo da una sorgente naturale dove andavano tutti normalmente.

Poco dopo si sentirono per tutto il paese grida di donne. La donna si affacciò alla finestra richiamata da quelle urla disperate. Una vicina le disse che qualcuno era caduto nel pozzo. Brutti presentimenti  cominciarono a turbare la mente della signora la quale, unendosi agli altri,si recò sul luogo dove era accaduta la temuta disgrazia.

Dopo vari tentativi, gli uomini che abitavano nella zona riuscirono a tirare fuori il corpo della persona caduta nel pozzo: era il figlio di quella sventurata madre.

Quel pozzo era comunque maledetto perché anche un’altra ragazza da giovane vi era caduta per una banalissima distrazione ma si era salvata perché indossava una gonna piuttosto larga che le aveva fatto da salvagente. O forse perché non era destino che annegasse.

Qui abitava anche la famiglia Merletti famosa per aver dato i natali al maestro della straordinaria banda di Mutignano: Patrabell’. Oltre a dirigere egli  suonava anche il clarino. Un vero genio. Bello di aspetto, dal fisico alto e imponente. Gli orchestrali, nell’esercizio delle loro funzioni,  lo rispettavano e ubbidivano ligi ai suoi ordini.

          I componenti di questa band paesana erano tutti amici che si frequentavano durante il giorno perché molti di loro non lavoravano. Facevano lunghe e distensive passeggiate lungo la via di sotto; a volte formavano allegri capannelli in piazza o nei vicoli sempre in un clima scherzoso e il più delle volte si ritrovavano nelle osterie comunemente chiamate cantine da dove spesso uscivano ancora più allegri.

          Durante le pubbliche esibizioni però tra loro non esisteva più confidenza ma si instaurava quasi per incanto un generale clima di assoluta e deferente subordinazione nei confronti del maestro. Egli decideva l’inizio dei concerti, sceglieva le musiche e le marcette da suonare, ne scandiva i tempi e le pause. Pretendeva rigore e disciplina e guai se qualcuno si distraeva. Solo quando la loro concentrazione era massima,  con un paio di  gesti convenzionali egli dava finalmente inizio al concerto. La banda, con tutti i limiti musicali e artistici dei suoi componenti, ha rappresentato nel periodo della rinascita civile del paese l’espressione più autentica della nostra gente: la semplicità e l’allegria.

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