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Vico Demostene

VICO DEMOSTENE

Questo vicolo, per fortuna, conserva ancora la sua antica denominazione a testimonianza
dell’epoca cui risalgono le nostre origini in quanto Demostene è stato un politico e oratore greco
ma anche il grande temuto avversario del Re Filippo II di Macedonia.
Esso si contraddistingue per una precipua caratteristica: è molto ampio, non chiuso come
altri vicoli e con uno sbocco in un altro vicolo (del Gallo) che ne diventa quasi un’appendice e un
altro accesso ai sottostanti orti. Qui i suoi abitanti, che non erano pochi, avevano maggiore libertà
di movimento per le loro attività del tempo libero e per lo svolgimento dei lavori artigianali.
Vi abitavano due calzolai, Emidio Mariani e Luigi Pavone i quali, con i loro banchetti degli
attrezzi spesso lavoravano all’aperto.
Per rispetto dell’età e della sua invalidità lo chiamavamo affettuosamente Zì Ilarie.
Camminava con le stampelle perché aveva entrambe le gambe inabili per una poliomielite
contratta da bambino. Era amato da tutti. Il paese alcuni anni fa gli ha voluto dedicare
giustamente un murales in segno di profondo affetto e di stima nei suoi confronti.

Egli aveva anche altre doti: suonava molto bene l’organetto e aveva una bella voce
intonata e limpida. Si esibiva spesso spontaneamente con melodiosi gorgheggi simili a quelli del
famoso cantante milanese Luciano Tajoli al quale era accomunato anche da una certa somiglianza
fisica.
Capitava spesso, passando davanti alla sua casa, di vederlo cantare per conto suo
accompagnandosi con l’organetto. La sua voce melodiosa e l’allegria dell’organetto invitavano
chiunque ad unirsi a lui per godere dei suoi intonatissimi controcanti.
Altro personaggio particolare del vicolo era Mbumbucc’, la cognata nubile di Ilario Del
Sole. Ella andava spesso in campagna a raccogliere la cicoria, le spighe di grano e le olive che
cadevano a terra prima della raccolta. Aveva una forza e una resistenza eccezionali che le
permettevano di camminare per chilometri sotto il sole. In particolare, di lei si ricorda che a volte
arrivava sino a Città Sant’Angelo scavallando colline e vallate impervie con pacchi da 15/20 kg.
sulla testa.
Mbumbucc’ impiegava una giornata intera per andare e tornare. Come facesse, Dio solo lo
sa. Al giorno d’oggi sarebbe inconcepibile solo pensare di poterlo fare ma è importante ricordarlo
per testimoniare lo spirito di sacrificio che ha sempre animato questa gente.

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