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Marchese Diego De Sterlich Aliprandi

MARCHESE DIEGO DE STERLICH ALIPRANDI

Inventore, Poeta, Corridore d’auto, Erborista, Cittadino Onorario di Mutignano

1898-1976

Il Marchese Diego De Sterlich era il terzogenito di Adolfo, marchese di Cermignano di origine napoletana, e di Anna Henrici da Penne. Nacque a Castellammare Adriatico, l’odierna Pescara, nel 1898 . La sua famiglia era di origini austriache e legata alla casa regnante d’Austria trasferitasi a Napoli agli inizi del sec.XV.  Dal sec. XVI detenne la Signoria di Scorrano e di Cermignano. Nel 1706 la famiglia venne insignita del titolo di marchesato di Cermignano.

Da bambino perse tre sorelline ed entrambi i genitori per cui venne adottato dallo zio Barone Diego Alibrandi, ultimo discendente del ramo abruzzese di una antica famiglia lombarda in cui quattro figli erano deceduti tutti in pochi anni. Diego si sposò giovanissimo nel 1916 con Dirce Cassini di Mortara con un matrimonio combinato. Da questo matrimonio nacque un figlio, Adolfo,  che morì l’anno seguente.

A seguito delle dolorose vicende della vita cominciò a condurre una vita sregolata dedicandosi in maniera sfrenata alla passione per le donne e per le corse dei cavalli che presto abbandonò per l’automobilismo. Esordì nel 1923 all’età di 25 anni nel Gran Premio Vetturette di Brescia gareggiando con una Bugatti Type 35 classificandosi al quarto posto.

Nello stesso anno arrivò secondo della gara in salita Aosta- Gran San Bernardo; quindi, si aggiudicò un’altra gara in salita la Susa – Moncenisio, nella categoria corsa 2000. I lunghi periodi lontano da Penne ebbero pesanti ripercussioni sulla vita matrimoniale e qualche anno dopo si divise dalla moglie.

Cominciò a buttarsi in imprese finanziarie che, per la grande generosità contraddistingueva, lo portarono a sperperare completamente il proprio ragguardevole patrimonio. Iniziò nel 1924 quando acquistò 100 azioni della società SIAS impegnata nella costruzione dell’Autodromo di Monza per proseguire l’anno dopo, quando intervenne finanziariamente in soccorso della casa automobilistica Maserati vendendo ben trecento ettari di terreno per sostenere l’attività.  L’operazione venne ripetuta per ben due volte.

Nel 1924 fu tra i soci fondatori dell’Automobile Club d’Abruzzo e nel mese di giugno organizzò con alcuni amici la Coppa Acerbo, una competizione di velocità che si svolgeva a Pescara alla cui prima edizione parteciparono i più famosi piloti del momento.  Tito Acerbo era il fratello di Giacomo che fu economista e ministro dell’Agricoltura e delle Foreste nel governo Mussolini dai 6 Febbraio al 25 luglio 1943 (data della caduta del Fascismo).

Nel 1925 si aggiudicò l’impegnativa corsa in salita Trento – Bondone,  la Aosta- Gran San Bernardo e la Susa- Moncenisio. Nel mese successivo fu tra gli organizzatori della prima Coppa di Natale il cui comitato era presieduto dal Principe Caracciolo di Torino. Vinse la gara che si svolgeva sul tracciato Bivio Cartiera -Loreto Aprutino- Penne.

Negli anni seguenti si ripeterono importanti successi: nel 1926 vinse la Vittorio Veneto-Cansiglio prevalendo su Tazio Nuvolari ;nell’anno 1927 vinse la gara in salita Terni-Passo della Somma e la Trento-Bondone alla guida della Maserati 26B, modello nuovissimo acquistato l’anno precedente per l’importo di 200.000 lire. Quindi vinse la Vermicino – Rocca di Papa e la Coppa Leonardi . Nel 1928 vinse il chilometro lanciato e la corsa in salita del Klausen.

 La sua carriera sportiva si chiuse nel 1930 all’età di 42 anni.

L’ultima vittoria fu Castel di Lama- Ascoli Piceno alla guida di un‘Alfa Romeo quando sconfisse addirittura Enzo Ferrari e Mario Tadini.

La ragione del prematuro ritiro dalle corse automobilistiche è da ricercarsi proprio nella disinvolta gestione del suo patrimonio drasticamente ridottosi che non gli consentiva più di far fronte ad ulteriori impegni. Aveva un patrimonio inestimabile. Da quel momento decise di disfarsi di tutto ciò che gli restava,  da antiche collezioni d’arte a palazzi e immobili tra cui la Torre di Cerrano, spesso affidandosi a persone che conducevano le transazioni maniera disinvolta approfittando del fatto che il marchese stesso ignorava la consistenza dei suoi averi.

Dopo la guerra la sopraggiunta povertà lo spinse ad avvicinarsi a Teramo dove conobbe Vecia Fumo proprietaria di uno dei più importanti locali della città  ( il Caffè Fumo in corso San Giorgio ) che sposò in seconde nozze nel 1948. 

Trascorse gli ultimi anni in condizioni economiche di estrema difficoltà vivendo tuttavia con grande dignità in linea con il suo stile. Nel 1966 cedette, tra le ultime cose importanti rimastegli, i documenti che ricordavano la sua carriera automobilistica (che egli chiamava i suoi figli di carta). 

Nell’anno della morte si trovava presso la Casa di Riposo “De Benedictis 2” di Teramo dove si era trasferito per non essere di intralcio alla moglie, pure lei malata. Qui morì il 30 agosto del 1976 all’età di 78 anni .

Di lui, insieme alla vita avventurosa, viene ricordata la grande generosità che lo spinse ad intraprendere iniziative finanziariamente molto impegnative ma anche di carattere puramente filantropico

Il marchese De Sterlich non è nato a Mutignano ma possedeva numerose proprietà nella zona (abbiamo già citato la Torre di Cerrano che si diceva avesse acquistato per amore di un’attrice) e ha vissuto a Pineto per lungo tempo nella sua vecchiaia.

Nel 1925 il Sindaco di Mutignano Palmantonio Di Febo per evitare agli alunni della zona il sacrificio di un lungo tragitto fino alle scuole elementari nostro paese si rivolse al Marchese de Sterlich chiedendo in affitto alcuni locali situati nella contrada Cerrano.  Il marchese non deluse le aspettative del Sindaco e oltre a dichiararsi favorevole alla concessione dei locali rispose che li avrebbe ceduti al Comune in comodato gratuito, senza cioè pretendere nulla a titolo di afitto. L’Amministrazione di Mutignano, apprezzando il generoso atto, decise di rendergli il giusto merito concedendogli la “ cittadinanza onoraria” con la deliberazione numero 37 approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale in data 18 ottobre 1925.

Il Marchese apprezzò molto questa onorificenza al punto che fece predisporre un timbro che apponeva su ogni documento o atto da lui stesso sottoscritto. Il timbro riportava la seguente dicitura

DIEGO DE STERLICH ALIPRANDI – INVENTORE – POETASTRO – EX CORRIDORE D’AUTO – ERBORISTA – CITTADINO ONORARIO DI MUTIGNANO

Portava sempre con sé quel timbro e ogni tanto lo mostrava con orgoglio dicendo di non sentirsi più un nobile “decaduto” perché la nostra onorificenza gli aveva restituito una certa dignità!  Si ricordano molti suoi gesti di generosità come quando si privò delle dieci mila lire donategli in elemosina da un benestante pinetese in favore di un uomo bisognoso che ne necessitava a suo dire più di lui…

Prima di ammalarsi seriamente quasi tutti i giorni veniva a Mutignano con la moglie per passeggiare lungo le vie del paese e per potersi intrattenere con la gente che gli dimostrava affetto e stima. In mezzo a loro egli si sentiva a suo agio e non rifiutava mai gli inviti a prendere un caffè o un buon bicchiere di vino!

A lui Il giusto riconoscimento per la considerazione che aveva per il nostro paese!

Fonti: Mutignano storia, fatti, personaggi di Antonio Cellinese

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