LARGO MICHELE STOPPINO
L’intestazione di questo spiazzo è stata sicuramente cambiata nel secolo scorso perché il suo nome ci ricorda un famoso personaggio politico italiano che fu Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d’Italia dal 1867 al 1888. Alcune importanti leggi scolastiche finalizzate aridurre la piaga dell’analfabetismo portano la sua firma mediante l’innalzamento dell’età e l’obbligo di frequenza delle scuole elementari da due a tre anni.
Qui fino alla metà del secolo scorso esistevano ancora i resti di un’antica fortezza denominata Castellaro, da cui prese il nome anche il colle su cui si esso si ergeva.
La fortezza venne fatta costruire dalla vicina Hatria Picena con la precipua funzione di difesa del territorio dalle frequenti invasioni da parte di popolazioni di altre etnie. La fortezza era anche sede del Consiglio di Reggenza con a capo un magister.
Storicamente è stato accertato che Roma scelse Atri come alleata per premiare la sua fedeltà ma, soprattutto, per la sua posizione geografica strategica. Atri divenne, infatti, una città antemurale contro le città picene, perché se si fosse alleata con Ascoli tutto il Piceno sarebbe insorto e le guerre contro i Sanniti e le altre popolazioni, svoltesi tra la metà del IV e l’inizio del III sec. a.C., avrebbero avuto un altro esito e il destino di Roma sarebbe stato sicuramente compromesso.
Roma, sin dalle sue origini, capì l’importanza di stabilirsi al di là degli Appennini e per questo motivo scelse Hatria Picena proprio per la sua vicinanza al mare e per la sua posizione strategica tra i confini dell’Italia settentrionale e quelli dell’Italia Meridionale. Fu proprio in questo periodo che Hatria Picena fece costruire un porto alla foce del fiume Vomano, allora chiamato Matrino.
Quindi, la fortezza costruita sul colle del Castellaro assolveva la duplice funzione di difesa della città e quella di sovrintendere alle operazioni portuali.
La posizione geografica di Mutineanum copriva anche il versante est di Hatria che era il più vulnerabile rispetto agli altri.
Il Castellaro si trovava, quindi, sul punto più alto del paese dove abitualmente le comunità costruivano i loro templi. Questo ci induce a pensare che probabilmente gli abitanti di Mutineanum per la costruzione del loro tempio scelsero un luogo più in basso laddove attualmente c’èVico Priapo.
Priapo comunemente chiamato col nome latino di Mutinus da cui derivò Mutini Fanum ( Porto o località del dio Mutinus) secondo la tradizione più acclarata diede il nome di Mutineanum a questo luogo. Priapo era il protettore della fertilità, della natura e dell’uomo e patrono degli orti e giardini.
La fortezza del Castellaro venne rasa al suolo molto probabilmente in una delle tante invasioni che in passato Hatria Picena dovette subire non solo da parte di altri popoli ma anche da parte della vicina Città Sant’Angelo per la forte rivalità che c’è sempre stata tra loro. Hatria, infatti si era sempre opposta, per motivi di concorrenza commerciale, alla costruzione, da parte della sua rivale, di un porto alla foce del fiume Piomba.
Lo storico Luigi Sorricchio, in uno dei suoi libri sulla storia di Atri, sostiene che in epoca romana il nucleo abitativo di Mutignano divenne il castello di Hatria Picena più grande, più popoloso e più ricco di tutto il suo territorio. Questo primato gli permise di usufruire di alcuni importanti privilegi, fra i quali quello di avere una propria rappresentanza in seno alconsiglio comunale.
Non conosciamo l’epoca in cui la fortezza venne distrutta. Nemmeno il Sorricchio ne parla.
In questo vicolo abitavano le famiglie Tuttolani, Frastornini e la vedova Anna Berardinelli.